LA PLAGIOCEFALIA

Quando il pediatra vi parla di plagiocefalia vuole dirvi semplicemente che il vostro bimbo presenta una asimmetria, più o meno evidente, della forma del cranio.

La stragrande maggioranza delle volte non è necessario allarmarsi: raramente infatti questa condizione è indicativa di una patologia grave nota come craniostenosi, che richiede la presa in carico da parte dello specialista neurochirurgo.

In tutti gli altri casi parliamo di plagiocefalia posizionale, condizione benigna in cui, a causa di una serie di motivi, il cranio assume una forma non armonica. Questa condizione è divenuta molto frequente negli ultimi anni, così come è diventato molto frequente il ricorso all’osteopata pediatrico come figura cardine nel trattamento di questo problema.

E’ bene sottolineare che l’osteopata, dopo una attenta raccolta di dati e una scrupolosa valutazione iniziale, attraverso una serie di delicate e mai dannose manipolazioni, mira ad ottenere non solo la correzione dell’aspetto estetico della plagiocefalia, ma anche e soprattutto la prevenzione delle possibili conseguenze posturali che essa può avere, ad es. sulla colonna vertebrale. Ecco perché valuta e tratta il bimbo nella sua globalità, per far sì che lo sviluppo sia più armonico e corretto possibile.

Oltre al trattamento manuale sarà fondamentale la cura posturale del bimbo, da attuare ogni giorno attraverso una serie di posizioni e di strategie che il vostro osteopata avrà cura di insegnarvi.

Nei casi lievi e moderati di plagiocefalia l’osteopatia rappresenta una soluzione efficace, soprattutto quando l’intervento è precoce, ovvero nei primissimi mesi di vita.

Il caschetto si rende necessario solo in alcuni casi selezionati, ad esempio quando il bimbo inizia ad essere grande e la plagiocefalia è di grado severo. In generale sarebbe meglio optare per il caschetto solo quando le altre terapie non hanno sortito l’effetto voluto. Questo perché esso può avere una serie di effetti collaterali quali:

  • appesantimento della testa nei bimbi più piccoli, che possono faticare a sostenerne il peso;
  • possibili disturbi dermatologici;
  • possibili effetti di natura psicologica derivanti dalla costrizione prolungata (22/23 ore al giorno).

I costi inoltre sono piuttosto rilevanti. Il caschetto in definitiva non va demonizzato, ma se ne devono evidenziare i limiti.

Ricorda in ogni caso che il miglior trattamento della plagiocefalia è la prevenzione; e i genitori ne sono parte attiva!

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